sono appena arrivato in hotel, devo ammettere anche frastornato dalla mole di informazioni e stimoli che il mio povero cervello deve ricominciare a gestire; quali matte risate si faranno le mie brave figlie nel parlarmi contemporaneamente, ottenendo solo il risultato di confondermi? Avranno ragione nel chiedere se valeva la pena? Allora eccovi la foto che ho fatto degli ultimi metri di sofferenza degli scalatori arrivati poco dopo di me sulla vetta dell'Everest. GuardateLi sono curvi dal peso della mancanza di pressione, dalla stanchezza di 10-12 ore di salita, eppure non mollano, non si accontentano, non cedono. Vogliono vivere il Loro sogno: crollare seduti sul punto più alto della terra ed avere la possibilità di guardare, anche solo per pochi attimi un panorama davvero unico.
Adesso invece delle parole,campo nel quale non sono mai stato maestro, lascerò scorrere alcune immagini; ho bisogno mi concediate un poco di tempo per permettere il riequilibrarsi delle emozioni: da una parte ho sofferto la perdita di compagni di scalata, ho visto morire per questa montagna, ho vissuto i dolori fisici e le sofferte rinunce; dall'altra ho provato la vicinanza e l'unione con voi, il vostro sostegno ed anche le vostre preoccupazioni. Questa mattina quando sono riuscito ad aprire il blog ho pianto, sono ancora troppo vulnerabile per un contatto diretto, da domani cercherò attraverso la scrittura di dare un razionale agli eventi ed inizierò a raccontarvi l'ultimo "push to the summit of the world". Godetevi le foto e grazie per il sostegno e l'affetto
Stefano