


mi scuso con tutti voi ma solo ora riesco a riprendere il racconto.
eravamo rimasti all'inizio del sentiero che mi dovrà condurre in vetta; siamo a 1650 mt di quota e, dopo aver caricato il cavallo con provviste e cibo, inizio la salita osservando il terreno. Si cammina sul pietrisco, il sentiero verso i 3200 mt del C1 è facilmente visibile ed assolutamente easy, la vegetazione è bassa ed il vento è teso. Ho il sole che mi abbrustolisce come un hot dog nonostante la protezione 50 impostami da Maria! L'itinerario si sviluppa prevalentemente seguendo un costone sud ovest del vulcano. Dopo circa 3 ore arrivo in vista di alcune tende. Sono molto diverse da quelle che mi sarei aspettato in un campo alpinistico, sembra invece un alpeggio alto con famiglia di mandriani inclusa; in effetti non vedo ancora Rajas che era salito a cavallo.
Proseguo.
Dopo un'altra quarantina di minuti di pietrisco, polvere e vento trovo un altro accampamento, è come il primo, bambini che corrono e poche timide donne che lavano panni in una tinozza di acqua sporca. Mi volto per proseguire quando vengo chiamato a gran voce: "yabangi,yabangi" è Rajas che esce da una iurta.

A gesti e sorrisi capisco che questo è il mio personale C1! La scelta di farmi supportare da una organizzazione "locale" si era tradotta in una assistenza familiare. Ho avuto un posto nella iurta bianca della famiglia, insieme a circa 15 altre creature viventi, alcune a due zampe ed altre a quattro.
Dopo una iniziale timidezza, mentre apro il mio bagaglio, alcuni bimbi vengono a curiosare tra le mie cose: la pila frontale ed i ramponi riscuotono il massimo successo. Io non parlo kurdo, conosco alcune parole di turco e loro non parlano inglese. Nonostante questa difficoltà in poco tempo riusciamo a conversare; i bimbi mi portano a vedere le bestie al pascolo, vacche e capre e mi presentano ad alcuni adulti che ne controllano gli spostamenti. L'erba è pochissima e bassa, ci sono molti cardi ed alcuni cespugli. Le bestie sono magre ma apparentemente in buona salute: alla sera assisto alla mungitura ed alla preparazione del formaggio.
Studio l'itinerario del giorno seguente ed appena il sole inizia a calare verso ovest veniamo chiamati per la cena.
Siamo tutti insieme nella grande tenda, vi sono due vassoi nel centro con yogurt e carne, il pane sembra il chapati pachistano. Si intinge il pane e si mangia: niente posate, niente piatto, nessun altro optional. A questa quota si trovano alcuni rigagnoli di acqua, viene bollita per fare il té e nonostante questo le conseguenze saranno per me disastrose.
Dopo cena gli uomini chiacchierano e fumano fuori dalla tenda, la temperature al calar del sole scende rapidamente; le donne lavano le poche stoviglie nella stessa tinozza dei panni e dopo poco tutti sotto delle "profumatissime" coperte sicuramente di fattura artigianale. Buonanotte
Ci risentiamo per il Day2!!!!!!